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BirdBox Records

Sasha Mashin | HAPPY RUN

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Sasha Mashin | HAPPY RUN (BBR2023SM01)


Disponibile in: CD, FILE HD 96kHz • 24bit

    Tracce

    1. Country of Obscurantism (Sasha Mashin) 09:11
    2. Yellow Blues (Makar Novikov) 08:29
    3. Hey it's Spring (Igor Stravinsky) 06:44
    4. Darn the Dream (Jimmy Van Heusen) 06:06
    5. Suite et Poursuite (Rosario Giuliani) 16:17

    Line up

    Sasha Mashin  | drums
    Rosario Giuliani| alto sax
    Makar Novikov  | double bass

    Credits

    Produced by Sasha Mashin | SMASHIN PRODUCTION
    Executive Producer: Lorenzo Vella | BIRDBOX RECORDS 
    Recorded at Saint Louis College of Music (Roma)
    Recording/mixing engineer: Sasha Mashin
    Mastering engineer: Lorenzo Vella
    Cover photo: Lorenzo Vella | NIGHTINGALE STUDIOS
    Additional photos: Alessio Cesario, Ira Polyarnaya
    Graphics: Nerina Fernandez

    Descrizione

    Sasha Mashin - Happy Run
    Il nuovo e primo album italiano di Sasha Mashin, intitolato “Happy Run”, vede la partecipazione di due artisti straordinari, il sassofonista Rosario Giuliani e il contrabbassista Makar Novikov.
     
    Mashin, batterista russo, ha scelto l'Italia e Roma come luogo di residenza negli ultimi due anni dopo l'inizio del conflitto che ha coinvolto il suo Paese. Sasha Mashin ha vissuto a Mosca, dove ha svolto un ruolo di primo piano nella scena culturale e musicale della città. Due attività in particolare occupavano gran parte del suo tempo: “Sasha Mashin Happy Lab”, che si svolgeva una volta alla settimana nel principale jazz club di Mosca, e ‘Sasha Mashin Happy Run’, dove gli amici si incontravano per correre 10 chilometri e chiacchierare una volta alla settimana. L'idea alla base del laboratorio musicale era quella di abbattere la barriera tra il pubblico e il palco, promuovendo la comunicazione informale, i concerti e lo scambio di idee. In breve tempo, il laboratorio è diventato un appuntamento fisso per ascoltare ottima musica e un luogo di incontro per creativi che hanno condiviso idee e avviato nuovi progetti. Allo stesso modo, è diventato popolare l'evento sportivo amatoriale, con molti degli stessi partecipanti dell'“Happy Lab”. Le regole erano semplici: finché si corre, si può imparare tutto ciò che si vuole, non solo dal creatore dell'evento, Mashin stesso, ma anche da tutti i musicisti o le persone coinvolte nella corsa di 10 chilometri, che provenivano da diversi contesti professionali. Lo scoppio della guerra ha cambiato profondamente le dinamiche, non solo su scala internazionale ma anche, e soprattutto, nella vita dei singoli. Sasha Mashin ha continuato a “correre”, non solo metaforicamente. Arrivato in Italia come rifugiato politico, ha trovato nuovi amici, musicisti eccezionali che lo hanno accolto sia come persona che come artista. Oggi il batterista russo sente di poter chiamare Roma la sua “casa” e i suoi nuovi e vecchi amici “la sua famiglia”.

     

    “Ho la sensazione di aver finalmente terminato la mia corsa”, spiega Sasha Mashin nelle note di copertina del suo album, ”per la prima volta dopo tanto tempo mi sento veramente felice. Mentre un tempo l'idea di emigrare mi riempiva di terrore esistenziale, non mi sembra nemmeno di essermi allontanato da casa. Gli italiani sono così aperti, amichevoli e solidali che mi sembra di aver completato una maratona e di aver raggiunto il traguardo. Sono a casa”. Le canzoni dell'album “Happy Run” sono composte dallo stesso Sasha Mashin. “Country of Obscurantism” suggerisce che non deve essere necessariamente bello, il che aiuta l'artista a condividerlo con un cuore più leggero. “Prometto che continuerò con i miei tentativi e forse un giorno scriverò qualcosa di più bello con un sottofondo più gioioso”. L'album include la bellissima composizione “Yellow Blues” di Makar Novikov, la magnifica “Suite et Poursuite” in tre parti di Rosario Giuliani, la ballata “Darn That Dream” di Jimmy Van Heusen e persino un brano tratto da “The Rite of Spring” del compositore più amato dall'artista, Igor Stravinsky (“Introduction, Les Augures printaniers”), abbinato alla composizione di Victor Lewis “Hey, It's Me You Are Talkin' To” (musica che l'artista è convinto sia stata ispirata dallo stesso Stravinsky). “Una delle esperienze più belle legate alla corsa”, dice Sasha, ”è la capacità di pensare e pianificare mentre si corre. In questi momenti, la chimica del cervello cambia in modo significativo, producendo più serotonina e dopamina, e si può pensare in modo più chiaro e preciso. Correndo regolarmente ho capito una cosa importante: non si può fuggire da se stessi. Ma si può fuggire dall'oscurità, sia dentro che fuori di noi. La corsa è uno sport intelligente. Correte felici!”.

    “Happy Run” è un album che non parla solo di musica ma racconta anche una storia. È una “corsa” metaforica che ha permesso all'artista di allontanarsi dall'oscurità di un passato difficile e lo ha portato in Italia per una nuova vita, nella sua nuova casa!

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