Concerto For Piano and Orchestra No. 2: Masterclone BLACK

Concerto For Piano and Orchestra No. 2 (CVLD394)

Sergej Rachmaninov
Concerto For Piano and Orchestra No. 2 in C minor, Op. 18
(arr. For Piano and String Quartet by Jeremy Liu)

1 Moderato, 12:27
2 Adagio sostenuto, 11:46
3 Allegro scherzando, 13:14
Tot. Time: 37:30

Eliana Grasso, piano
Alessandra Pavoni Belli, violin I
Roberto Testa, violin II
Susanna Tognella, viola
Chiara Torselli, cello

24bit/88.2kHz digital recording and mix made in Milano (Italy) on February, 2022 Analog mix and mastering made in Naquera (Spain) at VLS studio on May, 2025

Production: MARCO LINCETTO for VELUT LUNA
Recording and Mix: Michele Sartor
Analog Mastering: Marco Lincetto
Design and Layout: L’Image

Thanks to Paolo Campanini, “I fiori della musica” and to Spazio Classica (Milano) - Associazione Circolo degli Artisti (Torino)

Il Secondo Concerto per piano e orchestra di Rachmaninov è uno dei brani più iconici della cosiddetta Musica Classica del ‘900. Eseguito per la prima volta a Mosca nel 1901 con lo stesso compositore al pianoforte, nel corso del tempo ha maturato un successo di critica e di pubblico sempre crescente, fino ad essere stato utilizzato spesso anche come parte della colonna sonora in alcuni dei più celebri film hollywoodiani fra gli anni ’50 e ’60 (Rapsodia, Quando la Moglie è in Vacanza, etc.). Questo “impiego” ha consentito a questo capolavoro della musica di fissarsi nell’immaginario collettivo come icona del romanticismo ad ampio spettro inteso. E’ stato registrato da praticamente tutti i più grandi interpreti e da tutte le più grandi orchestre del mondo, anche se a parere mio l’interpretazione di riferimento, in qualche modo definitiva è quella proposta dal grande pianista statunitense Van Cliburn, con La Chicago Symphony Orchestra diretta da Fritz Reiner nel 1958. Velut Luna propone questa particolarissima versione cameristica per pianoforte e quartetto d’archi realizzata da Jeremy Liu, fino ad oggi inedita su disco. Ferma restando la impegnativa parte del pianoforte che è esattamente la medesima della versione orchestrale, la parte dell’orchestra è stata adattata alle molteplici possibilità espressive della formazione del quartetto d’archi, offrendone una visione assolutamente rispettosa delle emozioni originali, ancorchè caratterizzata da colori differenti e sorprendenti per agilità e freschezza.