Velut Luna
FLUTE FOR DINNER - Ammendola, Benciolini, Candiotto, Casa, Degli Innocenti, Di Giorgio, Guglielmo, La Malfa, Nobile, Pavan, Sabbadin, Valerio, Bisi
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FLUTE FOR DINNER (CVLD248)
Autore: ADRIANO LINCETTO; ARTHUR HONEGGER AND FRANCIS POULENC
Esecutore: Gloria Ammendola, Tommaso Benciolini, Simone Candiotto, Giulia Casa, Ludovico Degli Innocenti, Marco Aurelio Di Giorgio, Elia Guglielmo, Veronica La Malfa, Roberta Nobile, Caterina Pavan, Alice Sabbadin, Niccolò Valerio; Maria Bisi ( grandpiano )
Tracce
Adriano Lincetto
Quartetto per flauti in do (1977) 12:16
01. Allegro deciso e molto marcato
02. Andante cantabile e sognante
03. Vivacissimo
Sonatina per flauto e pianoforte (1978) 9:41
04. Allegro spigliato
05. Andante elegiaco
06. Allegro ironico e grottesco
07. Sequenza per flauto solo (1979) 3:03
Giochi d’infanzia per tre flauti in do (1979) 4:39
08. Allegro spiritoso
09. Adagio ma non troppo
10. Scorrevole
Arthur Honegger (bonus track)
11. Dance de la Chèvre (1921) 3:27
Francis Poulenc (bonus tracks)
Sonata for flute and piano (1956) 11:44
12. Allegro Malinconico
13. Cantilena
14. Presto giocoso
Adriano Lincetto
15.Adagio e Allegro per orchestra di flauti (1982) 5:54
88.2 kHz / 24bit original recording made at Auditorium Pollini, Padova, Italy on December 11st, 12nd 2014
Production: Velut Luna
Musical producer and artistic direction: Daniele Ruggieri
Recording and mastering engineer: Marco Lincetto
Editing engineer: Matteo Costa
Cover and inside photos: Marco Lincetto
Design: L’Image
Marketing and Sales Manager: Patrizia Pagiaro
Note
Adriano Lincetto ha dedicato una parte importante della sua vita all'educazione musicale ed alla valorizzazione dei giovani talenti, nel suo ruolo di docente di pianoforte, titolare di cattedra a partire dal 1966. E questa importante attività formativa e didattica lo ha visto protagonista all'interno del Conservatorio di Musica "Cesare Pollini" di Padova per oltre 30 anni: conservatorio che ha anche guidato con tenacia e caparbietà negli ultimi 10 anni della sua vita, prima della prematura scomparsa avvenuta il 24 aprile 1996.
Il flauto è uno strumento molto importante e considerato nell'ambito del corpus delle composizioni di Adriano Lincetto. Ed un motivo importante, forse il più importante, ci porta a fare riferimento alla principale fonte ispirativa del Maestro padovano, quella che sottende a tutte le sue composizioni: la vicinanza agli interpreti.
E' noto, come ben sottolinea anche il grande Radu Lidijenko nei suoi scritti critici sul Maestro di Padova, che Lincetto scriveva senza dubbio perchè "non poteva non scrivere": la sua era cioè un'esigenza primaria del suo essere artista; ma poi, parimenti, scrivere per lui significava anche "donare" la sua musica ai suoi amici, oppure, a suo figlio Francesco, che guarda caso, è stato un eccellente flautista. A questo proposito non si può dimenticare che una parte importante della carriera concertistica di Adriano Lincetto pianista si sia sviluppata nella formazione del duo cameristico con flauto, con Enzo Caroli, negli anni '70 e '80.
Ecco dunque che la maggior parte delle composizioni presenti in questo disco sono scritte, pensate, dedicate a questi importanti... amici.
E' sempre difficile parlare dello stile compositivo di un autore del secondo '900, chiaramente indipendente, ovvero svincolato dai dettami delle "scuole" ("di regime", permettetemi di aggiungere con voluto spirito polemico...). E' difficile perchè una persona sensibile e profondamente colta non può non essere influenzata dalle stratificazioni di mille e più anni di letteratura musicale pregressa. E questo in modo consapevole, ma certamente più ancora inconsapevole.
E' quindi compito arduo per il "bravo critico" cercare di identificare ed isolare queste fonti di ispirazione. Con certezza Lincetto era innamorato dell'innovazione radicale portata nel mondo della musica da due massimi rivoluzionari quali Debussy e Stravinsky, dei quali a volte Lincetto cita modi e consuetudini. Ma non era insensibile neppure alla capacità di sintesi della grande musica popolare dell'Est europeo compiuta da autori come Bartok o Prokofiev.
Con certezza Adriano Lincetto è comunque figlio del '900 (anche se non si può dimenticare una fondamentale composizione per orchestra d'archi del 1980 che si intitolava in modo significativo "Suite per Paer").
Scavando più nel dettaglio, è molto interessante rilevare una forte necessità di comunicare all'interprete la sua visione delle note scritte sul pentagramma, anche usando la parola: sono sempre illuminanti e direi fulminanti, le definizioni dei singoli movimenti e le indicazioni agogiche lungo la partitura. Prendendo ad esempio paradigmatico la Sonata per flauto e pianoforte, possiamo e dobbiamo notare i titoli dei movimenti: Allegro spigliato, Andante elegiaco, Allegro ironico e grottesco. Non manca mai un aggettivo alle classiche definizioni: aggettivi sempre molto precisi, che fanno percepire all'interprete sensibile la quasi disperata esigenza dell'autore che la sua musica sia capita fino in fondo. Non di meno le indicazioni agogiche: "scorrevole, ma marcato" si legge all'inizio del terzo movimento della Sonata...
Ecco, la vera grande difficoltà nel tradurre in suoni le composizioni di Lincetto sta, più ancora che non nella stretta difficoltà tecnica di eseguire le note corettamente, nel riuscire a comprendere fino in fondo ciò che con tanta fantasia e caparbietà l'autore ha cercato di comunicare con quelle note, non disgiunte dalle parole che vogliono ulteriormente definirle.
Questa "ansia" comunicativa, infine, allontana nettamente l'autore dall'asciuttezza algida dei grandissimi del passato, quali ad esempio J.S.Bach, che invece notoriamente lasciava quasi esclusivamente alla nota scritta sul pentagramma tutto il suo messaggio artistico (per la gioia un po' perversa dei tanti fantasiosi interpreti che nel corso dei secoli si sono cimentati con la musica del sommo autore tedesco).
E anche in questo Adriano Lincetto è non solo figlio del '900, ma anche in qualche modo precursore del ventunesimo secolo, il secolo della grande comunicazione diretta, il secolo di internet e dei social network.
Mi sono sempre chiesto come Adriano Lincetto avrebbe vissuto questa nuova era e mi sono sempre risposto che si sarebbe divertito tantissimo e forse avrebbe trovato il suo più autentico "habitat artististico" naturale. Purtroppo Adriano Lincetto è prematuramente scomparso all'alba della nuova era, ed ogni nostra curiosità è inesorabilmente destinata a restare senza risposta.
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