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CAMILLE - Martegiani, Coclite, Mariozzi

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CAMILLE - Martegiani, Coclite, Mariozzi  (ARCLS025)

    Disponibile in: LP, CD, File HD (wav) e File CD (flac)

    Track list

    1 – Acqua (M. Coclite – A. Martegiani) 4.51
    2 – Promenade (M. Coclite – A. Martegiani) 4.59
    3 – La Vague (M. Coclite – A. Martegiani) 3.49
    4 – La Valse (M. Coclite – A. Martegiani) 3.54
    5 – L’Âge Mür (M. Coclite – A. Martegiani) 4.47
    6 – L’Abandon (M. Coclite – A. Martegiani) 5.04
    7 – Persée et la Gorgone (M. Coclite – A. Martegiani) 3.42
    8 – Ninna Nanna per Paul (M. Coclite – A. Martegiani) 4.04

    Alessia Martegiani – Voce
    Massimiliano Coclite – Pianoforte
    Francesco Mariozzi – Violoncello


    Registrato il 19 e 20 maggio 2018 presso il Cotton Lab Music Club di Ascoli Piceno. Mixato e masterizzato da Stefano Isola presso Arcipelago Studio in Roma tra giugno e agosto 2018.

    Prodotto da: HD MusicLab Srls
    Produttore esecutivo: Rocco Patriarca
    Foto: Pierluigi Giorgi
    Immagine di copertina: Marino Melarangelo
    Scritta titolo: M° Manlio Patriarca

    L’incontro con Camille è stato devastante.
    Si è insinuata subito nel cuore, nell’anima. Nata nel dramma, ascoltata acerba quando era composta solo in parte, in privato, vissuta e raccontata. Ma già pulsante di passione, d’intensità emotiva trascinante.

    Poi il progetto ha preso forma, convincendo, quasi obbligando con una tempistica strettissima, gli autori a darle un senso compiuto. A farne un album, anzi, un Concept Album di classica memoria. Otto sculture musicali pensate per essere rappresentate in vinile. Alessia e Massimiliano mostrano di aver raggiunto quella maturità artistica attesa da tempo che li porterà da qui in avanti ad esplorare nuove vette espressive, ognuno nel suo linguaggio. Francesco ha accompagnato, assecondato, vissuto Camille con eleganza, con vigore, con trasporto.

    Forse è il linguaggio musicale a rendere questo disco così speciale. Forse è la semplice e al tempo stesso rigogliosa scrittura in un linguaggio inaspettato per i nostri tempi ma modernissimo, ricchissimo di quell’espressione che Stefano Isola, da perfetto tonmeister, ha reso con impagabile maestria.

    C’è una storia speciale in questo disco, una storia fatta di passioni e di paure, di sguardi e mani che si intrecciano. Una storia tanto intensa quanto impossibile. Che lascia il segno.

    Buon ascolto.
    Rocco Patriarca


    È difficile dire come quest’opera sia nata.
    È stato un periodo in cui la mia ispirazione musicale ha visto al centro la musica impressionista, con sonorità morbide e velate, sospese. C’era la volontà di scrivere con una concezione cameristica piuttosto che di canzone, anche se poi la forma finale è stata quella del lieder.

    In quel periodo stavo vivendo un ritorno di fiamma verso lo studio di Schubert, Brahms, Debussy e questi autori hanno inevitabilmente influenzato la mia scrittura. È nato così diverso materiale, tra cui quello che poi è diventato Acqua, il primo brano del disco. È nello stesso periodo che Alessia ha sviluppato la sua conoscenza del personaggio di Camille. Le strade si sono incrociate e le letture, i testi di Alessia, le visite a mostre mi hanno fatto conoscere meglio la figura di Camille, generando un nuovo slancio creativo legato alla sua figura dopo essere entrato nel suo mondo, nel periodo in cui ha vissuto, conservando l’approccio originale: musica concettualmente cameristica, di ispirazione tra il tardo romantico e l’impressionismo del primo Novecento.

    Da qui è nata l’idea di affiancare il violoncello alla voce e al piano e rimanere con questa idea per l’intero progetto, per il quale ho sviluppato il concept generale, la storia, che poi ho tradotto nelle “otto piccole sculture musicali”. Sicuramente le timbriche mi hanno suggestionato ed inevitabilmente il timbro di voce di Alessia e il timbro del violoncello, due strumenti che ho pensato molto melodicamente, molto lirici, hanno avuto una forte influenza durante la scrittura.

    Interessante il fatto che il percorso sia iniziato da un’ispirazione musicale, a cui si sono aggiunte le suggestioni di Alessia sotto forma di testo letterario, ma anche la bella sorpresa del contrario, ovvero la scrittura musicale ispirata ai testi e su essa basata, che oltretutto è un tipo di concezione che dovrebbe essere più vicina a quella che era il lavoro del musicista di quel periodo. È giusto che la musica assecondi gli accenti del testo, il suo significato intrinseco e l’immagine che possono scaturire da concetti letterari e quindi Promenade o Ninna Nanna per Paul, brani scritti sul testo di Alessia, evidenziano la loro capacità di contribuire al senso globale dell’opera.

    Camille rappresenta un lavoro discografico mirato, un progetto dal taglio classico di natura completamente diversa dai miei precedenti lavori, scritto per strumenti classici e senza ritmiche. Un lavoro dal concept originale, dalla partitura scritta e pubblicata, che oltretutto mi ha offerto la possibilità di intervenire anche come performer, interpretando la mia musica, al fianco di eccellenti interpreti. Un lavoro ricco di soddisfazioni per ognuno degli elementi a cui ho contribuito.

    Massimiliano Coclite

    Le storie degli artisti vengono trasmesse nei secoli attraverso gli occhi di altri artisti.
    Così Camille Claudel mi è stata presentata tre anni fa, dalla visione appassionata di un artista della voce e del gesto come Umberto Fabi. La sua immagine mi è cresciuta dentro fino a diventare una presenza quotidiana e cara.

    Ma, d’altronde, come non innamorarsi di questa donna forte e fragile, di questo sguardo fiero e doloroso che proietta nel tempo tutta la sua dolce inquietudine a testa alta? Camille Claudel fu scultrice nella gloriosa Parigi di fine ‘800. Fu allieva del più grande scultore francese, Auguste Rodin. I due prima ancora di incontrarsi, erano legati dallo stesso approccio alla materia e all’idea. Camille divenne assistente di Rodin, modellava per lui parti del corpo umano, mani e piedi soprattutto, e metteva a disposizione dello sguardo del maestro il suo corpo, posando come modella.

    Fu naturale per loro innamorarsi. Un amore tra artisti, tra simili, tra due anime che avevano l’oro tra le mani. In quelle di Camille l’oro divenne presto sogno infranto, solitudine, povertà, delusione, persecuzione, pazzia. Camille Claudel fu interdetta, per iniziativa dello stesso amatissimo fratello Paul, nel manicomio di Ville-Evrard, nel 1913.

    Il mio racconto si chiude qui.

    Alessia Martegiani

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